Il progetto di ricerca OSN di Andrea Passerella e Valerio Arnaboldi
L’utilizzo dei social media ha cambiato radicalmente il modo in cui interagiamo e presentiamo la nostra immagine online. Non è noto però se tali sistemi siano in grado di aumentare la nostra capacità sociale, in termini di numero di persone con le quali riusciamo a mantenere relazioni attive, oppure sono semplicemente un altro dei tanti modi di comunicare a nostra disposizione. L’attività di ricerca condotta dal gruppo Ubiquitous Internet del CNR, e in particolare da Andrea Passarella e Valerio Arnaboldi, ha rivelato che le reti personali degli utenti di Facebook, Twitter e di altri social media mostrano le stesse caratteristiche strutturali delle reti nel mondo reale, con un numero di relazioni sociali attive intorno a 150, il famoso numero di Dunbar, noto in psicologia e legato alla natura limitata del cervello umano. I risultati di una ricerca recentemente pubblicata sulla rivista Social Networks mostrano come le persone organizzino le proprie relazioni sociali sui social media seguendo una struttura a cerchi concentrici ben definita che va dal gruppo delle relazioni più strette, tipicamente di 5 individui, a quello dei conoscenti, in media 150. E’ possibile sfruttare queste proprietà strutturali per classificare e distinguere gli utenti e per capire quali utenti sono più influenti di altri all’interno della rete. Gli utenti che hanno un comportamento fraudolento all’interno dei social media spesso mostrano proprietà strutturali differenti, in quanto la finalità del loro utilizzo del sistema non è legata al mantenimento delle proprie relazioni sociali. Il monitoraggio delle relazioni sociali che gli utenti creano nel tempo permette inoltre di capire le dinamiche delle comunità di utenti che possono rappresentare una minaccia alla sicurezza di altri e di individuare gli account “centrali” in tali comunità, al fine di prevenire attacchi e di isolare gli utenti potenzialmente pericolosi.